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Mitsubishi Pajero 3.2 Di-D 2003: rottura della catena

Abbiamo esaminato il kit catena distribuzione  prodotto da un componentista aftermarket, montato su un Mitsubishi Pajero 3.2  Di-D del 2003, alla percorrenza di circa 163.000 chilometri, in occasione della sostituzione di analoga catena rottasi precocemente. Dopo soli 11.000 chilometri circa il cliente si lamentava nuovamente la rottura della catena con l’inevitabile “fuori fase” e tutti i danni collaterali del caso, questa volta purtroppo estesi ed ingenti (come, per esempio, la piegatura delle valvole di scarico e di aspirazione, la rottura degli alberi a camme e molto altro).

 

Per meglio comprendere cosa possa essersi verificato, cominciamo a fare mente locale alla circuitazione della catena, nell’ambito della specifica motorizzazione (Fig. A e Fig. B). Esaminiamo i singoli componenti, messaci a disposizione. Per quanto riguarda il kit, questi sono:

  • il tenditore idraulico
  • la barra tendi catena
  • la barra guida
  • le due corone degli alberi a camme  scarico e aspirazione
  • la catena
  • pignone intermedio
  • pignone albero motore

 Tutti i danni collaterali sono stati originati dal “fuori fase”che si è verificato per la rottura di una maglia della catena. Nella nostra analisi decidiamo di controllare la catena che, appunto, è la maggiormente indiziata di questa rottura.

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CATENA DISTRIBUZIONE MITSUBISHI PAJERO

La catena, nel suo complesso non mostra particolari anomalie e/o usure sospette, a parte, ovviamente la rottura di una maglia e ad altri danneggiamenti. Strutturalmente è del tutto simile all’originale. La rottura non trova coinvolto la piastrina e con i classici “segni” dello strappamento delle asole come in Fig.1 (come rilevato, in generale, in altre circostanze).

 In questo caso, i vari componenti la maglia risultano danneggiati a seguito  di un “ingranamento “ anomalo (Fig. 2 , Fig. 3., Fig. 4 e Fig. 5) a cui è stata sottoposta la catena.

Il danneggiamento delle maglie è esteso per la sua lunghezza ed interessa contemporaneamente la piastrina esterna (solo da un lato) e quella interna a riprova che la circuitazione della catena non era correttamente guidata e tesa. Per quanto riguarda l’eventuale allungamento, se si prende tra le dita una maglia della catena incriminata, la si comprime e la si tende longitudinalmente, si evidenzia il gioco radiale dei perni e come lo stesso sia sostanzialmente simile rispetto ad una maglia di una catena nuova, che è analoga all’originale. L’allungamento evidenziato lo si può considerare, pertanto, fisiologico e nella norma.

Pertanto, tutte le considerazioni di cui sopra avvalorano l’ipotesi di un cedimento protratto nel tempo, pervenuto alla rottura per accavallamento della catena sulle ruote dentate.

BARRA TENDI CATENA  e  BARRA  GUIDA 

I pattini di resine speciali delle barre risultano “segnati” in maniera insignificante, anche tenuto conto della percorrenza maturata (11.000 chilometri), in condizioni non ottimali di funzionamento a parte la rottura del pattino di guida (Fig. 7) .

Mancanza totale di usura

Tanto per avere un termine di paragone, vi mostriamo di seguito come si “conciano” i pattini quando una catena si allunga in maniera anomalo, anche solo dopo alcune migliaia di chilometri Pertanto, oggettivamente, si deve ammettere che la catena, fino al cedimento, circuitava senza sbandieramenti eccessivi (infatti, come già evidenziato non aveva subito alcun allungamento anomalo). Tuttavia il suo tensionamento non doveva risultare ottimale dal momento che si è verificato una sorta di scarrucolamento sui denti.

Siccome, come vedremo in seguito, il tenditore idraulico non mostra indizi tali da far presumere che non funzionasse correttamente e la catena non si era allungata, la mancanza di tensione è da ricercarsi nel “comportamento” anomalo di qualche altro componente del cinematismo.

Al riguardo abbiamo rilevato che:

  • la barra tendi catena, una volta serrato il bullone che blocca il perno su cui la stessa è incernierata e libera di ruotare, al contrario si blocca in quanto la sua struttura va direttamente in battuta, per un difetto di fabbrica.

In sostanza, la barra tendicatena resta “bloccata” nella posizione iniziale di montaggio impedendo al tenditore idraulico di agire.

Per dimostrare quanto sopra abbiamo preso una barra tendicatena originale (Fig. 8 e Fig. 9) e abbiamo verificato la quota di nostro interesse, confrontandola con quella della barra tendicatena incriminata (Fig. 10). Ne segue che se abbiniamo la barra tendicatena originale con il perno, questo  “fuoriesce” (Fig. 11). Al contrario, con la barra tendicatena incriminata, il perno resta “infossato” (Fig. 12). In fase operativa, bloccando il perno, questo non va in battuta come dovrebbe, bensì va in battuta il mozzo della barra tendicatena, rimanendo inevitabilmente bloccata. Quanto sopra spiega, senza ombra di dubbio, cosa possa essersi verificato. Tuttavia l’entità del “bloccaggio”è legato alla coppia di serraggio effettivamente applicata. Inoltre, alcune “tracce” di sfregamento all’interno del mozzo (Fig.13), dove va calettato il perno e i “segni” sulla superficie di contatto del mozzo (Fig. 14), farebbero supporre che qualche movimento della barra, in ogni caso, sia avvenuto.

CORONE ALBERI A CANNE

Su una corona in particolare, a livello di dentatura, si notano alcuni denti con la testa lesionata e un dente tranciato alla base; usure analoghe si rilevano anche sull’altra corona. Quanto sopra sta a dimostrare come la catena circuitasse in maniera anomala, poco “guidata” e come tendesse a scarrucolare sui denti.  Il fatto che addirittura un dente si sia rotto, lo riteniamo il culmine del processo degenerativo in atto, terminato con la rottura della stessa catena.

TENDITORE  IDRAULICO

Assicura una tensione costante ed ottimale della catena per mezzo di un meccanismo di tipo a pressione olio e molla. Un pistoncino all’estremità del tenditore agisce sul braccio (barra) tendicatena, incernierata e libera di ruotare. IL tenditore incriminato non mostra rigature particolati sulla superficie del pistoncino di spinta e scorre sufficientemente libero. Anche il cricchetto (fig.15) è perfettamente funzionante e non mostra usure e/o danneggiamenti sospetti.

PIGNONE INTERMEDIO e PIGNONE MOTORE

Gli ingranaggi del kit a lato non mostrano anomalie di sorta. Si può, pertanto, presumere che l’ingranamento sia avvenuto in condizioni ottimali. Ricordiamo, però, che una cascata di altri ingranaggi sono coinvolti con compiti di trascinamento di controalberi e della pompa olio, per i quali non abbiamo elementi di giudizio. Per una diagnosi corretta ed esaustiva sarebbe basilare avere la certezza che tutti i componenti rotanti coinvolti siano “liberi” di ruotare. Infatti, in generale, a complicare la dinamica dell’accaduto, anche un “blocco”partito” addirittura a livello di valvole, potrebbe determinare e/o favorire un cedimento  similare. I danni subiti dal “fuori fase” potrebbero facilmente occultare cedimenti, grippaggi, ecc, scatenanti quanto sopra.

Riassumendo:

Da una indagine a 360°, si evince che non sono stati evidenziati “indizi” e/o elementi tecnici condivisibile e/ dimostrabili, al di là di semplici ipotesi, per altro compatibili, che abbiano “giustificato” quanto lamentato. L’unica spiegazione, per altro inconfutabile, è nell’impedimento a ruotare della barra tendicatena per un difetto dimensionale dell’altezza del suo mozzo, come ampiamente dimostrato.

In fase operativa detta barra si è trovata ad essere “bloccata” nella posizione iniziale di montaggio, nell’impossibilità di “adeguarsi “, con il tenditore idraulico, alle necessità funzionali legate all’allungamento fisiologico della catena, alle dilatazioni termiche della stessa, alle forze centrifughe, agli avviamenti e accelerazioni del motore. Il tutto a discapito di una corretta circuitazione e tensionamento della catena, con gli esiti nefasti che ne sono seguiti.

Il problema tecnico è, quindi, risolto.

I gravi danni che ne sono seguiti chiamano in causa l’applicazione della Garanzia.

A questo punto è doveroso precisare che ci si trova di fronte a:

  • responsabilità oggettiva del fabbricante (difetto di fabbrica)
  • responsabilità del meccanico che ha effettuato il montaggio.

 L’autoriparatore, infatti, proprio perché è un meccanico professionale e non un semplice montatore, avrebbe dovuto accorgersi che, montata la barra tendicatena, quest’ultima non poteva ruotare liberamente e, quindi, rifiutarsi di procedere oltre. Avrebbe, comunque, e giustamente, addebitato al fornitore tutte le spese per il ritardato intervento e il disagio subito, ma avrebbe “sventato” il disastro che è seguito, anche se a distanza di tempo. In questo caso è opportuno pervenire ad un salomonico accomodamento tra le parti!

 

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