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Emilia, terra di motori

Un tragitto ideale attraverso la febbre per le due e le quattro ruote di Destinazione Turistica Emilia, in una gara di bruciante di passione tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia.

Food Valley ma anche Motor Valley: sotto l’indiscutibile eccellenza della sua proposta enogastronomica, Destinazione Turistica Emilia cova una non troppo segreta passione per le due e le quattro ruote, che viaggiano letteralmente in lungo e in largo per un territorio che alterna momenti di placida quiete al suono dei motori, in grado di riempire l’aria con una voce potente e ricca di storia. Tra mostre-mercato, musei dedicati e  racconti macchiati di grasso e olio, sono innumerevoli gli itinerari che si incrociano e invertono il senso di marcia, imboccando curve paraboliche e gallerie dirette in un passato pieno di sorprese, per un’esperienza tematica a tutto gas sulla strada principale e attraverso le molteplici deviazioni di una saga che ha molto a che fare con il cuore.

Anche se, nell’immaginario comune, la figura di Enzo Ferrari e la celebre sagoma del cavallino rampante sono inscindibilmente legate a Maranello, l’epica storia del Drake si intreccia più volte con quella della passione motoristica di Piacenza. È infatti qui, il 14 giugno del 1931, che lo Stradivari dei motori – come lo definiva Brera – vinse la sua ultima corsa come pilota a bordo di una Alfa Romeo 8C 2300, tra le curve e i rettilinei della gara di velocità Bobbio-Penice organizzata dall’Automobile Club di Piacenza. Dal 1994, la prima domenica del mese di settembre, il Club Piacentino Auto d’Epoca (CPAE) mette in scena la rievocazione della competizione con una gara di regolarità, che richiama ogni anno gli appassionati della specialità provenienti da tutta Italia.

Piacenza incrocia ancora Enzo Ferrari nel 1935, in occasione del “trattato di pace” che pone fine al lungo periodo di tensione con Tazio Nuvolari, e soprattutto l’11 maggio del 1947, quando il circuito cittadino che comprendeva lo Stradone Farnese, via Venturini, viale Beverora, via Palmerio e il Pubblico Passeggio tiene a battesimo l’esordio della scuderia modenese, con la vittoria sfiorata da Franco Cortese sulla sua 125 S, costretta al ritiro a due giri dalla fine per un guasto alla pompa della benzina. Quello sulla prima prova del Campionato Italiano è un debutto comunque incoraggiante che si rivela il preludio al trionfo della stessa vettura, un paio di settimane dopo, al Gran Premio di Caracalla.

La 26esima edizione del Rally del Taro rappresenta un’opportunità di scoprire il territorio e assistere allamagica simbiosi tra piloti e navigatori in lotta col cronometro a bordo delle più moderne e belle auto da rally. Dal 7 al 9 giugno 2019, la corsa si ripropone come un evento clou della stagione motoristica dell’Appennino Parmense, su un tracciato che attraversa i comuni di Albareto, Bardi, Bedonia, Borgo Val di Taro, Compiano e Tornolo. Pochi giorno dopo, dal 28 al 30 giugno 2019, va in scena la 24esima Vernasca Silver Flag, rievocazione storica della gara di velocità in salita per auto d’epoca sul tracciato Castell’Arquato-Lugagnano-Vernasca (PC), nata nel 1953 e dedicata quest’anno alle 120 primavere della Fiat. Appuntamento immancabile per i collezionisti, la manifestazione commemora le 17 edizioni della cronoscalata disputate fino al 1972 ed è in realtà un concorso dinamico di conservazione e restauro per vetture da competizione: i partecipanti sfilano su strada chiusa al traffico e a velocità limitata, su un percorso di circa 9 km con dislivello di 290 mt.

Alle porte di Varano de’ Melegari (PR), riecheggia invece ancora il rombo della vicenda automobilistica e sportiva di Giampaolo Dallara, altro simbolo sgasante della Motor Valley destinato a lasciare il segno anche grazie alla Dallara Academy, spazio espositivo per le vetture che materializzano il suo genio, ma anche luogo del sapere per le nuove generazioni. L’area di collegamento tra i due piani che ospitano i laboratori per le scuole, l’auditorium e le aule dedicate alla formazione universitaria, è il cuore pulsante e visuale della struttura, un luogo sempre aperto ai visitatori, che possono respirare e toccare con mano i veicoli che hanno segnato la storia professionale dell’ingegnere: dalla Lamborghini Miura alla Fiat X1/9, dalle vetture Sport progettate e costruite per la Lancia nei primi anni ’80, alle monoposto della Formula Indycar che corrono negli Stati Uniti, dai prototipi di Le Mans fino alle serie come Formula 3 e Formula E, per arrivare all’ultima nata “Dallara Stradale”.

A pochi chilometri da Parma, a poche centinaia di metri dalla sede della Dallara, sorge l’Autodromo di Varano. Costruito nel 1968 e successivamente ampliato a più riprese, il tracciato odierno misura 2350 metri, è attivo 300 giorni l’anno e ospita eventi internazionali come quello della Formula SAE, durante il quale le Università di tutto il mondo si sfidano mettendo in pista i loro progetti più innovativi ed avveniristici sotto forma di auto da corsa, e l’ASI Motoshow, weekend di culto per i collezionisti con le due ruote nel cuore. Il suo asfalto è stato consumato dai bolidi di Formula 3 e di campionati come quello Italiano Turismo e Supermotard ma è anche la casa del Centro Internazionale Guida Sicura, istituito grazie ad Andrea de Adamich, in collaborazione con Alfa Romeo. Abarth, Maserati e Ferrari sono solo alcuni dei nomi delle case che partecipano a un programma mirato a migliorare le capacità di controllo della vettura in situazioni critiche, con giornate dedicate specificamente a guida sportiva, evoluta e avanzata.

In confronto all’avveniristica apparenza della Dallara Academy, il Museo dell’automobile di San Martino in Rio (RE) sembra quasi una semplice officina. Il che è in realtà perfettamente coerente con l’anima della raccolta, nata dalla passione e dalla volontà di sporcarsi con l’olio del motore, pur di radunare dei veri e propri capolavori dell’arte delle quattro ruote. L’arrivo dei primi esemplari risale al 1956, quando una “Regina d’Africa” – l’autotreno 634 Fiat impiegato per la colonizzazione dell’Abissinia – fa tappa alle porte di San Martino in Rio, con a bordo tre veicoli. Ma quello che i visitatori si trovano davanti oggi è frutto dell’ostinazione di Emilio Storchi Fermi, detto Barighin, patron della Scuderia San Martino e vera anima di un Museo originale che solo nel 1981, 6 anni dopo la sua morte, ha trovato una collocazione definitiva. Gli appassionati di auto d’epoca possono così lasciare gli occhi su modelli eccezionali e dall’incredibile fascino, che vanno dalla Fiat 501 del 1925 alla Lancia Augusta del 1936, fino a svariate Fiat Balilla e alla Mercedes 170 del 1948.

Sono poi 150 le motociclette d’epoca prodotte a partire dal 1900, che – insieme a 100 Motori Agricoli e Industriali, 100 Grammofoni e Fonografi e Radio, Trattori e motofalciatrici Lesa, Biciclette antiche, Motoseghe Sabart – costituiscono l’orgoglio del Museo Salsapariglia di Bagnolo in Piano (RE). Ossessionato dalla meccanica, Nello Salsapariglia ha messo insieme una collezione che occupa tre piani capaci di evocare l’avventura di una vita, cominciata sui campi e proseguita nel segno dell’arguzia e del senso della funzionalità tipico di chi è affetto dalla febbre del fare. Di grande interesse – oltre alle sezioni dedicate ai gruppi di trasmissione e ai motori stazionari – anche la sala riservata ai grammofoni, alle radio e ai proiettori, testimoni di epoche lontane ma sempre affascinanti.

Il 18 maggio 2019 Parma torna a essere tappa di una delle corse più attese di sempre, conosciuta in tutto il mondo per l’alone di leggenda che la circonda fin dal primo svolgimento degli anni ’20. Tranne l’anomala edizione del 1940, disputata sul circuito allestito tra Brescia, Mantova e Cremona, la città ducale è infatti sempre stata un punto di passaggio privilegiato per la Mille Miglia in tutte le sue edizioni, dal 1927 al 1957. Sia nei percorsi in senso orario che in quelli in senso antiorario, i diversi percorsi della Freccia Rossa hanno sempre sfruttato le strade del territorio parmense: provenendo da Bologna o da Piacenza, con o senza l’innesto del Passo della Cisa, l’itinerario ha onorato la Piccola Parigi di un inchino, che ancora una volta si ripropone con un arrivo all’ora di pranzo, quasi a decretare l’incrocio tra la tradizione motoristica e quella enogastronomica, nell’intersezione tra Food e Motor Valley.

A proposito di grandi appassionati di auto d’epoca, alle porte della città, la Old Cars Collection di Claudio Baroni è un perfetto esempio di come quella che nasce sotto forma di gusto per il bello e per il suono di un vecchio motore possa trasformarsi in un autentico culto. Aggirarsi tra i 71 esemplari storici costruiti dagli anni Trenta agli anni Ottanta e raccolti nel tempo da questo patito delle quattro ruote può essere un modo per ingannare l’attesa della nuova edizione di Mercanteinauto, che dal 4 al 6 ottobre 2019, riporta alle Fiere di Parma la straordinaria mostra dedicata al mondo delle auto e delle moto d’epoca. Ancora una volta, la sezione speciale di Mercanteinfiera ospita una sorta di museo capace di raccontare le tendenze, i cambiamenti, la storia dei mezzi di trasporto, delle mode e dei costumi. Appuntamento il 5 e 6 ottobre 2019 a partire dalle ore 8 in Piazza Duomo a Parma per la Parma-Poggio di Berceto, o meglio Poggio Enzo Ferrari, in nome di colui che partecipando alla terza edizione della gara il 5 ottobre 1919, disputò la sua prima corsa in auto come pilota. Quest’anno ricorre il 100° anniversario di questa prestigiosa manifestazione di regolarità d’auto d’epoca, organizzata dalla Scuderia Parma Auto Storiche con la collaborazione e il patrocinio della Provincia di Parma e dei Comuni di Collecchio, Sala Baganza, Fornovo di Taro, Terenzo e Berceto, occasione unica per rivivere ancora una volta l’emozione di un evento che unisce sport, turismo e cultura e mette in luce ogni anno le bellezze paesaggistiche, i monumenti e le eccellenze gastronomiche del territorio.

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