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COVID-19: le officine possono rimanere aperte

Forse in queste ultime ore si sta facendo un po’ di chiarezza sulle indicazioni del DPCM del 22 marzo, firmato dal premier Giuseppe Conte, ma ci sono ancora dubbi e lo si evince dalle telefonate che, noi della redazione, stiamo facendo alle officine indipendenti e appartenenti ai network.

In primis possiamo dire che negozi di pc, smartphone e informatica in generale resteranno aperti, così come supermercati, farmacie, banche e poste; andranno, inoltre, a lavorare i dipendenti dei call center e dei corrieri. Le altre aziende, invece, avranno a disposizione tre giorni prima di fermarsi, dal momento che lo stop obbligatorio scatterà dal 25 marzo. 

 

Il decreto, che parla di “sospensione delle attività produttive industriali o commerciali” ad eccezione delle filiere necessarie e di quelle che consentano il funzionamento di queste ultime, indica quindi, le categorie di attività che potranno continuare a restare attive. Tra queste sono consentite anche le attività di “riparazione e manutenzione di macchine e apparecchiature”, “manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli”, così come i punti vendita di auto e moto accessori.

È così che Franco da Sondrio mi chiede che cosa fare (se aprire o no) e che Luca da Milano, Fabio da Varese, Lorenzo da Padova e Massimo da Parma, ci domandano chi li aiuterà a compensare i mancati incassi. Confartigianato (credo che a breve lo faranno anche CNA e Casartigiani), ha pubblicato un documento e un video che spiegano come la confederazione si stia attivando per aiutare la categoria, non solo gli associati, a recuperare parte del mancato guadagno. Chi ha tenuto aperto, comunque, sottolinea che l’affluenza presso la propria officina è stata pari allo zero! Seguiteci, continueremo a fornirvi tutti gli aiuti possibili… #insiemecelafaremo

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