News

Saito: collettore originale del turbo nel motore Twinair!

Il carter turbina con collettore integrato è il componente molto discusso che spesso si deteriora nelle vetture con motore Twinair. Oggi è possibile acquistare un prodotto di qualità che evita il rischio di una seconda sostituzione e un cliente scontento. E’ un prodotto nuovo originale in acciaio, realizzato e marchiato dal costruttore primario, mentre sul mercato vengono offerte copie no brand che fornitori asiatici asseriscono essere “in silicio molibdeno esattamente come l’originale”.

Occorre puntualizzare che il silicio molibdeno è una ghisa grigia, non particolarmente sofisticata. Veniva utilizzato nel mondo dei turbocompressori per realizzare carter turbina in generale ed oggi per applicazioni industriali e camionistiche – mezzi i cui gas di scarico raggiungono temperature non superiori a 760°/780°. Spesso si parla anche di HiSi – “Hi Silicon” – impiegato come il precedente materiale su applicazioni diesel dove le temperature raggiungono al massimo gli 830° circa. Nel mondo dell’automobile si è passati poi al NiResist D2, utilizzato per un certo periodo sui motori a benzina, poi superato dal NiResist D5, ad alto tenore di Nichel oggi molto diffuso sia sui motori a benzina che nei turbo a geometria variabile di ultima generazione.

Con l’aumento della potenza ed il controllo delle emissioni, aumentano anche le temperature, per questo motivo i costruttori di primo impianto sui motori a benzina hanno avviato la produzione di carter turbina e collettori in acciaio. Nelle vetture a benzina di oggi si è toccata infatti la soglia dei 1000°. Non da meno è il Twinair, un motore bicilindrico di piccole dimensioni ma estremamente sofisticato, i cui gas di scarico prodotti raggiungono e superano di gran lunga i 900°. Queste temperature gravose hanno portato la Mitsubishi a sviluppare un carter turbina con collettore integrato in acciaio – “stainless steel”, materiale nobile ancora più resistente alle temperature rispetto a quelli precedentemente citati. Sono stati fatti investimenti importanti di milioni di euro sui macchinari di produzione: parliamo di un materiale estremamente duro e resistente che richiede costi altissimi per la sua fusione e lavorazione ma consente la drastica riduzione di criccature interne.

Come fa un’officina e il possessore dell’auto a sapere cosa è stato installato sulla vettura? Se ha per le mani un buon prodotto originale, oppure una semplice copia solo esteticamente bella?

Articoli Correlati

Un indizio è la presenza di un piccolo anello, inserito al centro del carter per ovviare alla sua deformazione. Le alterazioni dovute alle elevate temperature bloccano il prigioniero e ne ostacolano la rimozione durante la sostituzione del collettore: questo anello risolve il suddetto problema. Sicuramente un’altra prova è la presenza del marchio Mitsubishi ed il codice costruttore pressofuso: ci teniamo a dire che sulle copie, apporre il marchio Mitsubishi è considerata una vera e propria truffa perseguibile penalmente! Va precisato che il discorso relativo ai materiali impiegati è necessario perché oggigiorno nella ricambi viene venduto veramente di tutto, anche da parte di distributori blasonati che, non conoscendo la tecnica, pensano o vogliono far credere di vendere un buon prodotto che purtroppo non è minimamente equiparabile al componente di qualità realizzato da Mitsubishi e distribuito da SAITO.

Per maggiori informazioni: www.saito.it/collettore-originale-turbo-motore-twinair | www.saito.it

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio