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Guida autonoma il pensiero di TÜV

Esiste una vera e propria corsa verso la guida autonoma, che non lascia indifferenti i consumatori, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati alla sicurezza

La ricerca “2018 Global Automotive Consumer study” svolta da Deloitte nel 2018 (prima dell’incidente del marzo scorso), mette in evidenza come i consumatori italiani siano i meno spaventati da questa nuova tecnologia con una percentuale del 30% che sale al 37% per i francesi, al 45% per i consumatori tedeschi, al 49% per quelli britannici e al 54% per i belgi. E queste percentuali tendono a decrescere rispetto allo stesso sondaggio svolto in anni precedenti: si assiste quindi ad un aumento della fiducia da parte dei consumatori nei confronti delle auto a guida autonoma. Se guardiamo invece agli USA, dove le auto a guida autonoma sono già una realtà, gli automobilisti americani si dimostrano più intimoriti degli europei.

La realizzazione di autoveicoli a guida autonoma vede impegnate sia le grandi case automobilistiche che i giganti dell’hi-tech. I dati del sondaggio Deloitte, effettuato su un campione di 22.000 consumatori di 17 paesi, mostrano come i consumatori europei si sentano più sicuri su un’auto a guida autonoma prodotta dai costruttori del settore automotive rispetto a quelle prodotte da aziende dell’hi-tech. Dato questo abbastanza normale in quanto un utilizzatore, in questo caso guidatore, è portato istintivamente ad affidarsi a qualcosa di conosciuto e già testato, un brand conosciuto o con una qualità percepita. I produttori di automobili, che adesso lavorano per le auto a guida autonoma, sono aziende con uno storico nel settore e con un’affidabilità, chi più e chi meno, riconosciuta.

La sicurezza dei sistemi di guida autonoma è un fattore cruciale per il settore, un tema al quale TÜV SÜD ha dedicato la “Driver Assistance Systems Conference”, che si è svolta ad inizio anno a Monaco, in Germania, e che ha visto la partecipazione di oltre 200 tecnici, che hanno discusso sulle forme più progredite di guida autonoma (oltre il livello 3), concordando sul fatto che i sistemi più avanzati debbano prima essere sottoposti ad una serie di test per ottenere le omologazioni necessarie. Come nel caso, ad esempio, della discussa “teleoperated driving”, dove operatori ubicati presso centri di controllo remoti, possono assumere il controllo del veicolo e sostituirsi all’autopilota per ragioni di sicurezza. Si sono inoltre trovati d’accordo su come la simulazione svolgerà un ruolo cruciale nelle future attività di prova e omologazione. Utilizzando questi metodi, le strutture di prova possono valutare giornalmente fino a 50 milioni di scenari: un’impresa impossibile utilizzando i test fisici sui veicoli.

Un’altra domanda che i tecnici presenti a Monaco si sono posti riguardava l’elettronica del veicolo: sarà sempre più in grado di imitare il comportamento umano? ci si è chiesto.

Per rispondere al quesito, i tecnici presenti alla conferenza hanno spesso fatto riferimento alle “reti neurali”, un sistema nervoso artificiale che consente alle macchine, o ai computer, di apprendere autonomamente, un sistema che va verso l’intelligenza artificiale (AI). A questo proposito, diversi relatori hanno sottolineato come, almeno per ora, l’AI debba essere usata “con cura”, concordando come l’apprendimento sottoposto a supervisione possa essere un possibile primo passo per comprendere ed emulare il comportamento di guida umano.

In occasione della conferenza è stato anche presentato il progetto IMAGinE, che sviluppa sistemi avanzati di assistenza alla guida in grado di introdurre anche azioni di sostegno alla guida autonoma. Infatti, un’auto guidata esclusivamente dalla logica di un computer, se avesse la precedenza, non cederebbe mai, ad esempio, il passo ad un’altra vettura. Al contrario, un sistema di assistenza alla guida di supporto potrebbe sicuramente imparare a farlo, o permettere ad altri automobilisti di cambiare corsia, come avviene normalmente in strada.

Gli esperti presenti alla conferenza hanno discusso queste caratteristiche, quasi umane, delle auto a guida autonoma e le tecnologie che ne sono alla base. In futuro sensori, fotocamere, scanner radar trasmetteranno un sempre maggior numero di dati ai computer presenti nelle auto anziché alle proprie unità di controllo. E macchine che integrano a bordo queste tecnologie sono già disponibili.

Secondo il rappresentante di una casa automobilistica presente alla conferenza, anche in futuro le piattaforme “non esclusive” diventeranno più comuni e a disposizione di più case costruttrici e questo porterà ad una riduzione dei costi e renderà disponibili sistemi ultramoderni per un sempre maggior numero di veicoli. Alcuni relatori hanno riferito come le barriere di sicurezza siano ancora fonte di interferenze per gli scanner radar ma, per contro, questi nuovi dispositivi ora possono anche far rimbalzare il segnale radar oltre la parte anteriore dell’auto così da analizzare la strada da percorrere e le fotocamere sono in grado di riconoscere pedoni e altri veicoli anche in condizioni di scarsa illuminazione, situazione invece potenzialmente difficile da gestire per conducenti in carne ed ossa.

La guida autonoma sta portando una vera rivoluzione nei sistemi di guida e con essa dovranno cambiare radicalmente anche i metodi di omologazione dei veicoli, anche di quelli agricoli. Le unità di controllo di un veicolo autonomo contano circa cento milioni di linee in codice software. Abbiamo approfondito possibili nuovi approcci omologativi per auto a guida autonoma e ne abbiamo dedotto che metodi di omologazione virtuale, basati su simulazione di prova di veicoli virtuali, sono già realtà e presi in carico dalla legislazione vigente, seppur in maniera ridotta e per ambiti di approvazione dedicati, come ad esempio la simulazione di sollecitazioni meccaniche su telai o barre para incastro. Tali metodi, e le relative validazioni tecniche, sono in costante aumento e saranno la base di verifica dei veicoli del prossimo futuro.

Sta cambiando sempre più velocemente la nostra esperienza di vita, dalle procedure più semplici a quelle che si pensava più complesse, come la guida autonoma. Deve pertanto adeguarsi anche la normativa e la conformità e gli enti predisposti a giudicare e a valutare, devono essere sempre aggiornati sull’avanzare di queste innovazioni e talvolta precederle così da essere pronti a formare gli “esperti” dei prossimi anni.

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